L’ Amicizia – Parte 3

l'amicizia parte 3

51.

Un rapporto di amicizia in cui le due persone amiche siano costrette per causa di forza maggiore, indipendenti e soverchianti la loro volontà di continuare ad essere vicine l’una all’altra, ad allontanarsi comunicativamente e spazialmente, non è detto che termini con il distacco dei due soggetti della relazione. Due persone amiche continueranno ad esserlo pur se lontane, separate. Due persone rimarranno amiche finché resteranno immutate nelle rispettive interiorità, nel modo di percepire e considerare le rispettive essenze, fino a quando conserveranno il rispetto per l’altro e la disponibilità ad essere al servizio dell’altro. La lontananza, sebbene possa ridurre l’intensità della frequentazione legata ad un rapporto di amicizia, non potrà mai distruggerla, mai disfare il legame intessuto e sempre saldo fra gli amici. La lontananza potrà al massimo mutare il ricordo in memoria. Una memoria sempre viva e pronta a riaccendersi quando si rincontri l’amico, impressa a fuoco nel cuore della persona che la porta e porterà dovunque con sé e che da nulla potrà mai essere annichilita.

52.

Un rapporto di amicizia fra due soggetti è nel presente vicinanza, affiancamento di due essenze, di due cammini sulla strada del cambiamento: è risonanza. Nel passato è ricordo, memoria incancellabile, malinconia, memento di qualcosa che si sa nel proprio cuore irripetibile e mai destinato a tornare. Nel futuro è speranza di un fugace seppur improbabile ritorno dell’antico legame, limitato anche ad un solo istante, per poter riassaporare il dolce e caldo abbraccio dell’accogliente interiorità del proprio amico. Il voler essere eterna e per sempre: questa è la natura della pura amicizia fra due persone che mai potranno dimenticarsi, allontanarsi o perdersi definitivamente poiché unite da un legame indissolubile frutto dell’esposizione e dell’accoglienza e del posto  che le rispettive interiorità hanno riservato in sé stesse l’una per l’altra. Comunque, un soggetto possa considerare nella propria interiorità con il passare del tempo un’amicizia, essa è e resterà comunque sempre un possesso per tutta la sua esistenza.

53.

Un rapporto di amicizia fra due persone trasparente e disinteressato sembra non riuscire a trovare mai nella realtà del quotidiano un posto per sé; l’esistenza, come per molte esperienze sul cammino sulla strada del cambiamento di un individuo, sembra anche in questo caso separare ciò che si vorrebbe esistente e ciò che realmente esiste. L’esistenza sembra attraversata sempre e comunque da questa dicotomia fra l’idea contenuta nella propria interiorità e la sua applicabilità al reale. A causa di questa separazione fra il pensiero e la realtà del suo essere, il luogo della vera amicizia sembra svanire nell’esistenza, giorno per giorno, occupato invece da una fitta trama di rapporti fittizi e di compromesso, di facciata, dettati solo da esigenze individuali e particolari rispondenti ad ogni genere di relazione tranne che a quello che dovrebbe caratterizzare il legame di amicizia, cioè il reciproco riconoscimento. Per intrecciare con un altro un leale rapporto di amicizia, nella realtà di tutti i giorni, bisogna essere per primi sempre pronti ad offrirsi come amico, senza mai sottrarsi all’altro.

54.

Nel quotidiano, nell’esistenza di tutti i giorni di cui ognuno esistendo fa esperienza, l’amicizia più che un rapporto di esaltazione ed accrescimento delle reciproche individualità, sembra piegarsi e trasformarsi in un semplice, infimo e utilitaristico relazionarsi l’un l’altro basato solo sulla logica del dare e dell’avere, del cercare di ricevere più di quanto venga donato, tentando di consumarsi il minimo per l’altro, inducendo questo, al contrario, a spendersi per sé al cento per cento. In un rapporto di amicizia tra due soggetti, degenerato, improntato più da un materialistico funzionalismo che dalla comunicazione, dallo scambievole dialogo, dall’accoglienza dell’altro, una persona viene ridotta e si sminuisce al rango di oggetto. In un simile rapporto l’altro diventa uno strumento di cui ci si può servire semplicemente nel momento in cui se ne senta per sé il bisogno o per avvicinarsi al conseguimento del proprio fine. Questa non è una vera amicizia ma una falsa e ambigua relazione di mero sfruttamento.

55.

In un rapporto di amicizia equilibrato e sincero fra due persone, il momento del reciproco dare ed avere rappresenta, assieme al momento dialogico di cui è parte se si considera il dialogo come un dare e ricevere (uno scambiarsi le proprie esperienze), una parte fondamentale e non escludibile dalla relazione. L’errore che porta alla destabilizzazione dell’amicizia è lo squilibrio che a volte tra due persone si viene a creare, fra quanto è dato e quanto è ricevuto. Senza uno scambio fra due interiorità, di qualunque genere esso sia, non potrà mai stabilirsi sia un rapporto anche solo superficiale che soprattutto di amicizia. Il comune scambio di contenuti ed esperienze esistenziali fra due soggetti è la chiave di un rapporto; è ciò che permette e muove l’uscita di una individualità dalla propria interiorità e l’apertura di essa verso l’altro. Il fallo da non commettere per relazionarsi con l’altro in un autentico rapporto di amicizia consiste nel non far pendere la bilancia del dare e dell’avere dalla parte del piatto di ciò che si riceve, mentre dalla parte del donare, l’ago della bilancia può sempre essere a piacere fatto tendere quanto si vuole.