L’ Amicizia – Parte 1

L’amicizia è da me così cercata, così tanto voluta per non camminare solitario e ramingo,

perché per fare ciò che mi si impone non sempre la mia sola disperata volontà si basta.

L’amico mi sia lì accanto, pronto a sorreggermi nel momento in cui d’inerzia mi spingo,

sulla mia strada che se fatta in due, in piacevole compagnia, sembra meno aspra e vasta.

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Non ogni persona altra incontrata sul proprio cammino sulla strada del cambiamento potrà essere definita amica, si potrà con essa intessere un saldo, duraturo, sincero e speciale rapporto di amicizia.

L’amicizia è un qualcosa, un legame fra due individui che trascende il materiale, il fisico, la capacità di comunicare con l’altro. L’amicizia è un forte e oneroso vincolo fra due esseri che nasce magari da intenti e situazioni banali dettate dalla semplice realtà del quotidiano che poi si innalza ad un che di inspiegabile, di indistruttibile, di inscindibile, almeno per come è visto a livello di alta idealità, sebbene non sempre si possa rivelare giornalmente tanto gradevole ed avvincente. L’amicizia è un reciproco venirsi incontro fra due amici che non proviene da una richiesta, ma da una vibrazione d’intuito delle rispettive interiorità, è il loro risuonare.

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L’amicizia fra due persone è risonanza delle loro rispettive interiorità; è interesse scambievole di un amico per l’altro, indipendente dalle diversità esistenti tra di essi (di opinione, di origine o di quant’altro possa rendere diversi due soggetti), superate all’interno del rapporto d’amicizia per il puro e semplice piacere di spendere del tempo in reciproca compagnia. Al contrario, le discrepanze fra l’interiorità o l’esteriorità, tra i soggetti partecipi di un vero, intimo, disinteressato rapporto di amicizia, non dovrebbero concorrere ad allontanarli, a far divergere i rispettivi cammini sulla strada del cambiamento, ma al loro ulteriore avvicinamento, rendendo le persone ancora più amiche attraverso il loro superamento ed esaltazione nella bellezza del legame contratto. Per un soggetto la diversità riscontrabile nell’altro non deve mai essere d’ostacolo all’approfondimento della conoscenza della sua interiorità, alla sua scoperta.

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In un rapporto di amicizia le differenze tra le due persone amiche vengono a superare sé stesse, a trascendere questo loro stato elevandosi al rango di particolarità, di unicità caratterizzanti il singolo soggetto, da cui entrambi possono imparare qualcosa e attraverso le quali si può giungere ad arricchire la propria interiorità e ad allargarne i confini e l’orizzonte da essa mirabili. Solo in questo modo la figura dell’altro, con il suo essere un’esistenza unica e irripetibile, potrà esserci veramente amica ed originare un vero rapporto d’amicizia, non aliena nella sua interezza e vicina, compresa solo per alcuni suoi aspetti. Un vero amico deve essere considerato come “Un amico per tutte le stagioni” e non solo in singoli momenti ed in particolari circostanze dell’esistenza.

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Il luogo dell’amicizia, la persona con cui si deve provare ad allacciare un rapporto sincero di amicizia è l’altro in generale, non uno in particolare fra i tanti, la cui scelta sia ristretta solo tra le persone a sé somiglianti per gusti, interessi, opinioni o qualsiasi altra cosa. L’amico non è un “clone” del proprio modo di esistere più o meno riuscito nel suo essere simile a quello del soggetto di partenza che intende intessere una relazione con esso. L’amicizia è integrazione reciproca fra diverse interiorità, si trova spesso in una persona pronta ad interagire con l’altro in maniera aperta, sincera e priva di pregiudizi; in un soggetto che possegga un’interiorità pacificata capace di leggere negli altri come in sé stessa. Una persona in grado di accettare l’altro perché accetta per prima cosa il suo essere diverso dal sé che vorrebbe essere e potrebbe divenire. Il luogo di una possibile amicizia si trova principalmente nella trasparenza di un’interiorità a sé, nel suo equilibrio imperturbabile con ed in sé stessa e solo successivamente e secondariamente nell’altro.

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L’amicizia fra due persone dovrebbe essere un qualche cosa capace di trascendere la propria dimensione temporale. Un legame spesso risulta alla prova dei fatti incapace di essere eterno come lo si vorrebbe e idoneo ad accompagnare durante tutto il proprio personale cammino sulla strada del cambiamento ma questo non lo rende meno “amicizia”. La causa della caducità di un’amicizia va ricercata nella mutevolezza dell’interiorità di una persona, incapace di restare in una medesima e fissa condizione per tutto l’arco dell’esistenza, di mantenere una determinata configurazione comprendente gusti, pensieri, convinzioni, inclinazioni a lungo. Indipendentemente dalla sua durata, dal suo essere confinata in un particolare momento di un’esistenza, il valore di una vera, libera e sincera amicizia è non misconoscibile ed immortale, superante quindi i confini del temporale. Una persona chiamata e considerata nella propria interiorità sinceramente amica una volta nella propria esistenza, lo resterà per sempre, per quanto qualsiasi evento o motivo possa portare ad allontanarsi da lei un giorno.