Cos’è una critica? La critica come giudizio
L’argomento di oggi è il concetto di critica e cosa fare quando ci criticano. Come al solito andiamo a dare una definizione della parola critica:
“Per critica, dal greco κρίvω (distinguo), si intende l’attività che consiste nell’analisi e nella valutazione di qualunque situazione in qualunque contesto.”
Quindi la critica fondamentalmente è l’opinione, il pensiero di qualcuno su qualcuno o qualcosa e spesso viene percepita come un giudizio che è definito etimologicamente nel seguente modo:
“Nel suo significato più tecnico, il GIUDIZIO è l’attività del giudice, che consiste nell’applicare le norme di legge a ogni fatto da lui accertato”.
Un giudice nell’immaginario collettivo è colui che separa il bene dal male e quindi una critica, un giudizio viene visto da ognuno di noi come qualcosa di assoluto e che ci eleva o abbatte ai nostri occhi e a quelli degli altri. Altra natura della critica oltre al suo aspetto legato al dividere è il suo essere pubblica. Una critica condivisa in privato davanti a tante persone ha un peso diverso. Nel linguaggio quotidiano quindi le parole critica e giudizio non sono viste in senso positivo. Ma come mai nella vita di tutti i giorni ci sembra che ci siano tante persone pronte a giudicarci e come mai ognuno di noi è spesso così critico con chi ci circonda o delle situazioni di cui facciamo esperienza? Da cosa nasce una critica e perché tutti critichiamo?
Come nasce una critica
Una critica esprime il nostro personale punto di vista su una persona, una situazione o un’esperienza. Una critica rappresenta la comunicazione a uno o più interlocutori del nostro punto di vista sulla totalità. L’esigenza di criticare è insita nel processo di acquisizione dell’esperienza dell’essere umano ed è connaturata alla nostra maniera di condividere significati con le persone che ci circondano ogni giorno. La critica di un qualcosa rende la manifestazione del nostro punto di vista importante e condivisa. Senza la condivisione di “giudizi” e di “asserzioni” la comunicazione dialogica tra individui non potrebbe crearsi. O meglio si creerebbe una melliflua condivisione di affermazioni più o meno uguali su un argomento. Uno sterile “pensiero unico” uniforme nella sostanza espresso formalmente in svariati modi possibili. Un pensiero ipocrita e autoriflessivo che non è dialogo ma “monologo” a più voci: un coro di conformismo. Per questo, sebbene nella pragmatica del linguaggio quotidiano la critica ha una connotazione negativa, esistono anche critiche positive. Vediamo ora quanti tipi di critiche esistono dal mio punto di vista.
I tre tipi di critica
Sempre rispettando il frattale di spazio, tempo ed energia esistono tre tipi di critiche: la critica distruttiva, la critica costruttiva e quelle che io chiamo critica condivisiva.
La Critica Distruttiva
La prima tipologia di critica è quella fatta per demolire o provocare un’altra persona. Una persona che ci critica in maniera distruttiva ha bisogno di farlo per sentirsi più importante della persona criticata. È un tipo di critica che fanno le persone che hanno poca autostima di sé rispetto a una situazione e che così cercano di rafforzare il loro ego o di ottenere un vantaggio dal criticarvi. Pensate per esempio a un cliente che in una trattativa sminuisce il vostro lavoro o prodotto per ottenere uno sconto. Un amico o un compagno, un capo possono criticarvi per manipolarvi ( con intento positivo o negativo per voi) per farvi fare quello che vogliono.
La Critica Costruttiva
Una critica costruttiva è quel tipo di critica che una persona ci fa dicendo che lei al nostro posto in una determinata situazione si comporterebbe in un determinato modo. Questo tipo di critica sembra essere fatta per il bene della persona a cui è rivolta però è solo l’espressione del punto di vista del soggetto che critica, sempre e solo il suo ego in mostra. Mentre qualcuno ci rivolge una critica all’apparenza costruttiva sta smettendo di parlare di noi e inizia a parlare solamente di sé smettendo di interessarsi al nostro stato emotivo del momento. Fondamentalmente sta sempre giudicando l’altro e sta sempre creando della separazione tra un presunto bene e male, giusto e sbagliato, tra la persona che critica e chi viene criticato, tra il suo fare giusto e il nostro sbagliato.
La Critica Collaborativa
Io definisco critica collaborativa quella che inizia con la domanda “Perché fai quello che fai in questa maniera?” o “Perché in una determinata situazione ti comporti così?” e che prosegue con l’espressione del punto di vista dell’altra persona in una situazione simile senza voglia di giudicare, di mettersi sotto i riflettori o di fare un monologo su di sé. La critica condivisiva è un dialogo fatto di domande e di condivisione di esperienza tra due soggetti che tiene in considerazione i punti di vista di entrambi e si focalizza sull’esperienza personale, la sua struttura e la sua condivisione. Noi stiamo bene e ci sentiamo capiti e compresi dall’altro quando l’altro non è giudicante ma al massimo ci manifesta un suo punto di vista in un’ottica collaborativa, in ottica di condivisione di consapevolezza e di esperienze
Come difendersi da una critica
Una volta capito che dal mio punto di vista esistono questi tre tipi di critiche come possiamo difenderci da queste, soprattutto dalle prime due forme di critica. Nel caso della critica distruttiva è molto semplice difendersi dalla persona che fa una critica usando la domanda:
“Ma tu come ti comporteresti in questa situazione” , “Quindi tu cosa faresti al mio posto?”.
Se la persona che vi critica ha della consapevolezza passerà dal fare una critica distruttiva ad una costruttiva, a raccontare la sua esperienza. Ma in molti casi le persone che fanno critiche distruttive non sono capaci di darvi consigli e raccontarvi la loro esperienza ma parlano tanto per parlare e per sminuirvi senza essere in grado di andare oltre. Quindi non vi daranno mai dei consigli: sono quelle persone che vi criticano il colore delle scarpe o di un vestito ma non vi dicono mai di che colore avreste dovuto comprare la scarpa o il vestito. Le persone che fanno delle critiche distruttive sono delle persone che esercitano solo una leva e una pressione psicologica sull’altro per distruggerlo e quindi sentirsi realizzate nel processo. Se volete essere “più cattivi” invece delle domande viste sopra potete chiedergli: “Tu come hai fatto nella situazione in cui mi trovo io?”. Scoprirete che non ci sono mai stati in quella situazione perché sono delle persone fondamentalmente con una bassa coscienza e una bassa consapevolezza capaci solo di andare a trovare il vostro “pelo nell’uovo”. Spesso le loro “vittime” sono persone che hanno una forma di dipendenza affettiva nei loro confronti e una bassa stima di sé generale o rispetto a una situazione. La critica quindi si spezza con le frasi di prima ma soprattutto andando a distruggere il legame nocivo di dipendenza affettiva con la persona che tende a criticarvi. La critica costruttiva invece non è qualcosa da cui difendersi ma da esplicitare, da approfondire in modo che la modalità di comunicazione dell’altro passi in una forma dialogica. Quindi oltre a chiedere: “Tu cosa hai fatto quando ti trovavi nella stessa situazione?” bisogna aggiungere “Cosa faresti al mio posto e fossi me?”. Dovete fare calare l’altro nella vostra prospettiva in ottica collaborativa per sviluppare un dialogo comunicativo condiviso in cui anche la critica diventa un momento di riflessione. Un momento in cui l’altro si mette nei panni della persona che ha davanti generando un processo di rispecchiamento nell’altro e di condivisione della consapevolezza che è l’unica cosa che serve veramente per cambiare la critica da un qualcosa legato al giudizio, all’emissione di un di un parere tranchant, in un momento di condivisione della consapevolezza e della conoscenza sull’esperienza.
Ogni volta che qualcuno vi critica quindi cercate di spostare la conversazione in ottica di condivisione della consapevolezza, di trasformarla in un dialogo.
Molto spesso le persone quando inizierete a fare questo smetteranno di criticarvi perché dialogare costa troppa fatica e avrete risolto i vostri problemi. Questo il mio punto di vista sulle critiche. Come al solito vi invito a leggere, a fare esperienze e a esercitarvi nell’usare i miei consigli. Alla prossima.