L’ Amore – Parte 1

Con la mia armatura fatta di rispetto per i miei doveri e la mia spada forgiata al dovere del rispetto,

cavalco un adamantino destriero chiamato amore che nell’illusione ogni giorno mi avvince per ore.

Il correr veloce in groppa di questo animale il cuore mi alleggerisce, mi inebria e rende sospetto,

perché mi trovo a fuggire con il petto gonfio e traboccante per un sentimento che seco reca dolore.

121.

Amare un altro significa talmente desiderarne la compagnia, la vicinanza, la disponibilità per sé, da non poter una volta provatala farne più a meno. La presenza dell’altro viene da un soggetto rapito dall’amore, non richiesta solo a livello interiore ma anche esteriore attraverso il contatto fisico. Sebbene l’amore sia una forma di contatto, di interazione, fra due soggetti che si basa soprattutto sulle rispettive interiorità, sul loro essere in sintonia, non può mai prescindere dal contatto fisico che innalza il sentimento a vette mai esperibili senza di esso. Il contatto fisico capace di portare l’amore ad una dimensione di completa perdita e compenetrazione di due soggetti l’uno nell’altro, di fusione delle proprie essenze, non può limitarsi a coinvolgere i corpi a livello solamente e semplicemente sensoriale, ma richiede che si arrivi ad un livello di interazione più intenso e intimo che tenga conto anche degli organi riproduttivi di entrambi. Se un soggetto nella sua interiorità è per un’anima che prova amore, è del corpo che all’inizio resta incantato e si innamora.

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Una forma d’amore che fermasse l’interazione fra i due soggetti che si amano a quella fra i loro corpi, alle loro rispettive esteriorità senza mai giungere a toccarne le interiorità, non sarebbe sincero e vero amore, ma solo una forma bieca di oggettivazione dell’altro, di sua riduzione a fornitore di una prestazione quasi sempre di natura corporale atta a soddisfare solo l’istintualità. Una tale forma d’amore è mercificazione dell’altro, spacciata per un sentimento invece quasi sempre assente o poco profondo, portata avanti con l’inganno. L’uso e lo sfruttamento del corpo di una persona a scopo di privato e palese diletto con mancanza di pudore e rispetto per l’amore, spacciato per esso, è più riprovevole del ricorso per soddisfare la propria concupiscenza ad un soggetto che pratichi il più antico mestiere del mondo. Quando l’amore fra due soggetti viene reso e si riduce a semplice schiavitù dell’attrazione per i propri corpi, le sue catene vanno assolutamente rotte per fuggirne via.

123.

L’amore vero fra due soggetti, frutto della comunione, della fusione e della conoscenza profonda e limpida delle rispettive interiorità, deve sempre trascendere la dimensione corporale, l’esteriorità dell’altro in generale. Ogni corpo è destinato, è soggetto al segnarsi da parte dello scorrere del tempo, a degradare nelle sue funzioni; se la bellezza esteriore in una persona può sfiorire con l’età, quella interiore con questa, al contrario, tende ad arricchirsi ed a rifulgere, a impreziosirsi rivelando la vera armonia di un essere, la beltà spesso taciuta che ne rispecchia la crescita sul proprio personale cammino sulla strada del cambiamento. La bellezza dell’esteriorità e dell’interiorità di una persona, agli occhi della persona che la ama, con il tempo sembrano correre in opposte direzioni, sebbene la loro non sia una fuga che le allontana non facendole mai incontrare, ma un rincorrersi in circolo senza fine,  restituente comunque sempre lo splendore interale del soggetto amato.

124.

Fattori come l’esteriorità del corpo, il tempo, l’età, la natura della corporeità, il ceto o altro, fra due persone le cui interiorità si toccano e si ritrovano l’una nell’altra, e che provano un puro e disinteressato amore a vicenda, non devono mai avere nessun genere di influenza sul loro rapporto o essere oggetto di giudizio da parte di nessuno. Ognuno deve essere libero di esprimere e di esperire la propria condizione di soggetto amante ricambiato dall’altro, come meglio crede, nel modo che ritenga più funzionale all’accrescimento per sé, al completamento della propria interiorità ed al raggiungimento del suo equilibrio. Ogni relazione amorosa, ogni genere d’amore fra due soggetti basato sul rispetto e la trasparenza delle loro interiorità verso sé stesse non deve mai da nessuno essere messa in discussione, ma solo ammirata, al massimo desiderata, vista come promessa della possibilità che un simile rapporto sia provato anche da sé, da tutti.

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La trasfigurazione della maniera di pensare di un soggetto, del suo modo di essere e legarsi al mondo, quando è partecipe di una vera relazione amorosa, quando prova un amore corrisposto ed appagante, è una conseguenza di un riequilibrio interiore che si viene a creare per il mescolarsi e il sommarsi della sua interiorità con quella dell’amato, in una. Il cambiamento di una persona, conseguente al suo nutrire in sé amore per un altro, non è frutto di un ottundimento dei sensi, dell’intelletto e della ragione, conseguenza del sentimento provato, ma anzi il risvegliarsi di questi, un risveglio ed un potenziamento ottenuto per effetto di un riordinamento della propria interiorità capace di farle cambiare la prospettiva, l’angolo sotto cui vengono da essa osservati gli altri ed il mondo. Un soggetto che, non avendolo mai provato, vede nell’amore solo una malattia non comprende, credendosi savio, la gravità e lo stato avanzato del morbo che, di nascosto da lui, l’affligge nell’interiorità e lo distrugge e divora pian piano con il tempo, fino quasi a consumarlo.