L’ Amore – Parte 3

131.

L’accontentarsi di un soggetto di un amore per convenzione, dato dalla comodità e dall’egoismo di sentirsi amato piuttosto che di essere solo al mondo con sé stesso, è due volte una scelta sbagliata. In primo luogo poiché autopreclude ad un soggetto, alla sua interiorità, di amare e di trovare il per sé appropriato corrispondente del sentimento d’amore che può essere capace di provare e donare e da cui si possa sentire come desidera ricambiato; da ultimo e più grave condanna soprattutto l’altro, il presunto amato, a sperimentare un’illusione di cui forse non si renderà mai conto, sprecando il suo amore, il suo tempo e sé in un rapporto finto, di facciata, in cui l’interazione tra le due persone non è profonda ma si ferma alla superficie delle rispettive essenze. Il vero amore deve sempre essere una corrispondenza biunivoca, una fonte di disponibilità verso l’altro da cui entrambi gli amanti possano sempre attingere insieme e per cui mai uno solo abbia esclusivamente la possibilità di farlo.

132.

Un rapporto amoroso equilibrato esige che entrambi i soggetti della relazione si ricambino l’un l’altro, ma il semplice amore, fermo ancora alla fase dell’innamoramento di una persona, può anche spesso non trovare nell’altro la risposta sperata e desiderata, la propria soddisfazione e contraccambio. Amare un soggetto e non essere da questo amato, non deve dare origine all’interno della propria interiorità, se pacificata con e in sé stessa, alla sua destabilizzazione, seguita dal nascere in lei della frustrazione per il proprio sentimento spesso malamente respinto e dell’inadeguatezza a esistere in un mondo che sembra quindi solo scacciare e mai accogliere. Un amore non corrisposto non sottrae e non preclude nulla all’interiorità di un soggetto, ma anzi la deve arricchire e rendere ancora più capace e pronta ad amare la persona che venga a ricambiarne il sentimento. Un amore rifiutato non deve essere mai visto dalla persona respinta come una sua personale colpa poiché l’amare qualcuno non deve essere mai sentito come un castigo, ma come la più grande delle gioie e delle fortune.

133.

L’amore di una persona per un’altra non è qualcosa che possa essere ridotto ed esemplificato in uno schema, è un sentimento che sfuggirebbe anche alla fredda e lucida analisi della più alta intelligenza e razionalità. L’amore, come sentimento che nasce dentro l’interiorità di un individuo, va solo ascoltato e assecondato, da questo coltivato, non soffocato o spento al proprio interno, qualunque sia la reazione che si ottenga in risposta dall’altra persona a cui si indirizza. In un soggetto, ogni tentativo volto alla, minima o estrema, rigorizzazione ed esemplificazione del proprio sentimento d’amore, al suo inquadramento in un insieme di norme, lo porterà sempre e comunque a non coglierne mai l’essenza specifica fatta di imprevedibilità caotica, di trascendentalità e a legarsi con un altro in un sincero e disinteressato rapporto d’amore.

134.

Il riconoscimento del sentimento d’amore presente in un soggetto da parte del destinatario di esso non dovrà mai essere temporalmente troppo successivo al suo venire manifestato ed essere dichiarato nei suoi confronti dall’altro. Se il riconoscimento del proprio amore da parte della persona amata è solo conseguente alla presa di coscienza in lei dell’altrui sentimento tramite la dichiarazione, senza che questa abbia mai manifestato interesse per il dichiarante, lo abbia mai degnato della più minima attenzione, allora questo non sarà un amore allo specchio, un amore disinteressato ma un sentimento nato dalla ragione invece che dal cuore. Un sentimento che vagliando i pro e i contro dello stare con l’altro, i suoi pregi e difetti, opera una scelta scegliendo falsamente di ricambiarlo il meno possibile. L’amore non può mai essere solo un semplice scegliere fra i molti da cui un soggetto è amato ma uno scegliersi di due individui fra i molti intorno a sé che possono o potrebbero amarsi.

135.

L’amore assoluto è un qualcosa che nasce, un sentimento che sboccia, fra due soggetti che provano tale sensazione a vicenda, che spesso è percepito senza il bisogno di una reciproca dichiarazione, dell’uso di delle parole, ma un qualcosa che essi si possono comunicare senza l’uso della voce, attraverso le loro interiorità rifulgenti del loro affetto nello sguardo, nel volto, scoprendosi già presi l’uno dall’altro in modo mai immaginabile, ma sempre sperato. Dal volto e dallo sguardo traspaiono i tratti salienti dell’interiorità di ogni soggetto o almeno quelli necessari e sufficienti per comprendere che l’altro che si osserva è il termine appropriato della propria ricerca e del proprio sentimento d’amore. Non serve chiedere a parole, con la voce alla persona che si ama se si è ricambiati, basta guardarla in volto, perdersi nel suo sguardo, nei suoi occhi per vedervi la risposta affermativa ardentemente cercata, fortemente attesa e quasi assolutamente richiesta.