L’ Amicizia – Parte 2

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La dimensione temporale di una amicizia fra due soggetti è non influente, oltre che per quanto riguarda la possibilità del suo terminare, l’essere sentita anche dopo la sua conclusione, anche per quanto riguarda la durata necessaria a stabilire quando ci si trovi di fronte ad un vero rapporto tra amici e non ad una semplice e superficiale conoscenza dell’altro. Non è il “da quanto” e il “per quanto” una relazione d’amicizia resista a stabilirne il valore, ma a farlo è l’intensità del vissuto che la caratterizza, del legame instauratosi fra le due interiorità amiche, come di ciò si fa insieme esperienza giorno per giorno. Quindi più della durata conta nell’amicizia il come venga sentita e trascorsa: è il “come” e non il “quanto” o il “quando” l’aspetto discriminate che la rende unica e speciale. Come in molti casi, anche in questo, la quantità non prevale sulla più importante qualità. Una persona può essere sentita realmente amica anche venendovi in contatto solo per un misero giorno se in quel giorno la propria interiorità e quella dell’altro, incontrandosi e trovandosi, risuonano.

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Anche l’amicizia fra due persone, come ogni cosa nella vita umana, sembra fuggire l’assoluto, il “per sempre” ed essere invece soggetta al divenire che spesso corrompe e logora ciò che tocca e che vi pone sempre un termine. Non vi è un istante preciso, che delimiti nettamente ed in cui si possa rinvenire con zelante precisione la fine di un’amicizia, il prima del suo esserci e il dopo del suo svanire, ma si può solo percepire nella propria interiorità un iniziare del progressivo distacco dall’altro. La conclusione di un rapporto di amicizia non è accompagnata da una brusca cesura, ma è un lento e costante allontanamento di molto precedente al momento della rottura, che ne sancisce solo la lampante fine. La fine dell’amicizia è un lento cominciare a perdersi di vista esteriormente, un non ritrovarsi più interiormente l’uno nell’altro per infine scomparire dalle reciproche esistenze. La fine di un’amicizia, quando due persone amiche scompaiono l’uno dall’esistenza dell’altro un giorno all’improvviso come vi erano apparse, lascia solo nella propria interiorità il ricordo indistruttibile dell’amico.

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Spesso non è l’amicizia come soggetto autonomo e slegato dalle volontà delle due persone amiche a terminare da sé, ma sono i due soggetti legati nella relazione a ritrovarsi cambiati, per mille ragioni ogni volta e per ogni caso diverse. Ragioni probabilmente giuste per sé anche se così possono non apparire all’altro. Così le due persone amiche coinvolte dal cambiamento insito nell’esistere portano le loro esistenze a separarsi. L’amicizia quindi non ha mai fine da sé, senza motivo come un oggetto ingestibile dalle due persone amiche, ma ha sempre il suo termine derivante dalle azioni delle due persone amiche che cambiando divengono diverse dai loro precedenti sé che le hanno dato vita e che non sono più: che sono persone ormai estinte dal tempo. Sul proprio lungo cammino sulla strada del cambiamento si scompare, si ha “fine” infinite volte per gli altri, ogni volta lasciando un pezzo di sé stessi, della propria sempre cangiante interiorità nella vita di un amico.

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La cosa peggiore che sembra poter capitare sul cammino sulla strada del cambiamento ad un rapporto di amicizia è scoprirsi nel momento del suo concludersi, non come un trasparente e disinteressato legame fra i due soggetti, ma l’essere basato solo sull’utilità, sull’interesse di uno nei confronti dell’altro. Spesso a posteriori si scopre che l’amicizia non è basata su una devozione libera e reciproca, ma su un attaccamento frutto del compromesso, del vantaggio percepito e tramite essa acquisibile. Un rapporto di amicizia che si scopra essere solo un riduttivo legame per il vantaggio a favore di un soggetto nei confronti dell’altro sfruttato, renderà nella persona tradita dall’amico il ricordo della relazione sgradevole e ripugnante, cancellando così anche la possibilità che ciò che vi era di vero e sentito nell’amicizia sopravviva alla separazione, attraverso la memoria del piacevole tempo trascorso insieme e tutto si svuoti di significato con il suo termine. Quando la fiducia nel disinteresse dell’altro, base del rapporto di amicizia, viene a mancare fra due soggetti ponendo fine alla relazione, il legame formato e posseduto con l’altro come una vana illusione, nel nulla si spegne.

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Un rapporto di amicizia fra due soggetti, basato sull’illusione di esistere nel disinteresse dell’uno per ciò che l’altro può offrire, quando giunge al termine, porterà con la fine dell’incanto in cui l’interiorità tradita era avvinta, a generare in essa rabbia e tristezza al pensiero che il proprio tempo, le proprie attenzioni siano andate perse e sprecate in qualche cosa di fittizio, che era destinato a chiudersi con il terminare del proprio essere utile per l’altro. Sul cammino sulla strada del cambiamento ogni esperienza, ogni rapporto, ogni momento se vissuto in pace ed armonia con sé stessi nella propria interiorità non è futile dispendio di tempo o di risorse di ogni genere ma evento connaturato alla propria crescita attraverso l’esistere nella propria esistenza. Ogni azione compiuta in una relazione d’amicizia da una persona che sia spontanea, non lesiva dell’altrui libertà, non mancante di rispetto per l’altro, fatta cioè con i migliori propositi all’insegna della verità e del bene della persona amica, non sarà mai un qualcosa di inutilmente sciupato, da rimpiangere o maledire mai.