Il Maestro e l’Amico – Parte 4

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Ogni azione compiuta da una persona amica, volta alla salvaguardia dell’altro, della sua integrità interiore ed esteriore, nel caso si sia smarrita la capacità di dirimere fra ciò che vada o non vada compiuto, viene spesso vista come atto lesivo della propria libertà, figlia della gelosia, dell’invidia da parte dell’amico e non compresa se non successivamente per la sua generosità e difficoltà nell’essere eseguita dall’amico a rischio di far svanire il legame instaurato. Un simile comportamento non è un che di lesivo del rapporto fra amici ma ne rappresenta l’esaltazione fino al massimo grado. Le azioni di un amico, la verità ed il bene per l’altro in esso contenuti, spesso non si possono cogliere immediatamente ma solo a distanza nel tempo, quando si sia rientrati in possesso di una chiara e lucida capacità di giudizio.

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Ogni persona incontrata sul proprio cammino sulla strada del cambiamento, capace di mettere a rischio la stessa integrità del proprio rapporto con la persona amica, instauratosi con il tempo e la fatica; perfino con un estremo atto di sacrificio  recante con sé e per sé stessi dolore e tristezza, arrivare a farlo cessare, il tutto poiché anteponente il benessere esteriore ed interiore del soggetto a lui vicino e caro, al suo e a quello dello stesso loro legame, anche se spesso scambiata per nemica, per vile traditrice è degna di essere chiamata con rispetto e ad alta voce solo ed esclusivamente con una sola parola: Amico.  Amico con la “A” maiuscola a sottolineare l’importanza legata a questa parola da usarsi solo in rari casi nella propria esistenza. Il proprio nemico ama spesso mascherarsi da amico, e il vero amico da feroce osteggiatore, ma guardando al bene che essi sanno volere alla persona con cui si relazionano si può scoprire la reale natura del loro agire e sentire per l’altro.

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Ogni persona capace di anteporre a sé stessa, al proprio bene, quello dell’altro con cui si relaziona, arrivando a compiere azioni che contemplino perfino un danno, una conseguenza irreparabile per la propria esteriorità o interiorità, che possano portare al complicarsi della propria esistenza in una maniera per sé stessi non necessaria, è degna di essere chiamata amica con il più grande rispetto. Ma è anche degna di non essere trattata come vile oggetto di cui abusare per il proprio piacere e comodo. La disponibilità all’altro è sicuramente un segno forte e tangibile dell’essergli amico, ma è un qualcosa di cui non si deve mai permettere all’altro di approfittare con esagerazione, rendendo il rapporto d’amicizia non più paritario nella sua scambievolezza, ma solo meschino e smodato sfruttamento. Da amici ci si trasforma presto in schiavi ed oggetti quando si è circondati da persone false, non sincere e trasparenti, animate unicamente da secondi fini e mosse solo da questi a stringere amicizia.

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Quando una persona si circonda ed è circondata da molte persone definite e che si definiscono erroneamente, inconsapevolmente ed ingenuamente amiche, spesso solo in un momento di vera ed ineludibile difficoltà che si presenta nella propria esistenza sia per la propria interiorità che esteriorità, come per illuminazione e rischiaramento della mente potrà riconoscere tra chi le resta accanto, chi veramente si può e si deve appellare e considerare amico. Poiché è nell’ora della più buia e terribile difficoltà che un vero amico si palesa invece di dissolversi. L’amico è un altro sé, sincero, cristallino, sempre trasparente allo sguardo dell’interiorità di chi gli sta accanto nell’esistenza, come una qualunque parte di essa, che ad essa sempre si accompagna e accompagnerà sul proprio personale cammino sulla strada del cambiamento.

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Per un soggetto in un momento di difficoltà per la propria interiorità, della propria esistenza, al dissolversi delle persone chiamate un tempo scorrettamente e candidamente amiche, il vero amico sopravvissuto a questa decimazione, a questo esodo spontaneo di persone dalla propria vista, verrà spesso a trovarsi in un qualcuno forse nemmeno tanto precedentemente tenuto in considerazione. Qualcuno annoverato tra i propri più stretti cari, ma capace di una dedizione e di una lealtà altrimenti inimmaginabile e attendibile da esso. Come nel caso di una persona poco conosciuta per troppa sua riservatezza, in sé stessa chiusa al mondo. Spesso questo “amico” si troverà in una delle persone della coppia genitrice: l’unica a garantirsi sempre come vera e sempre ardente fonte di bene per sé. Molte volte ciò che si cerca e si pensa di aver trovato, non è nel luogo in cui si scruta con fiducia e non è presente nel momento in cui lo si desidera. Spesso è dove lo sguardo si posa con rarità: questo vale anche per l’amicizia.